Maraja, è il nome di
un locale famoso della Napoli da bene, è anche il ‘’contro nome’’ di Nicolas
Fiorillo.
Nella Napoli raccontata da Roberto Saviano nel libro la
Paranza dei Bambini, non esistono nomi di battesimo, o sostantivi personali.
Con un linguaggio tagliente come solo il napoletano classico sa fare lo
scrittore trascina il lettore tra i vicoli adiacenti a Via Toledo.
È tra quei vicoli che
si consuma la tragedia personale, di
Nicolas e dei bambini mancati della
paranza:
‘’Il tempo è ancora tempo quando puoi immaginare’’ pensa Maraja quando guardando il padre professore di
educazione fisica decide che togliersi il fumo non basta, è il momento di
mettere su una paranza tutta sua.
Un bambino che gioca a fare l’uomo o un uomo che non è mai
stato bambino? È la domanda inevitabile che si pone il lettore mentre legge di
questi ragazzi imparano ad usare la scuola come alibi, quando sparano su un
gruppo di ragazzi africani, perché
l’esercitazione sui tetti della Sanità non basta.
Alle lezioni Maraja preferisce gli incontri con l’Arcangelo
un vecchio camorrista che vive rintanato in un vano ricavato dietro il salotto
di due vecchi professori ormai in pensione.
Per essere capo, per essere battezzato devi fare il morto. È questo l’ultimo
insegnamento che l’Arcangelo lascia a Maraja
per formare la sua paranza, ed è su questa linea che si muovono i passi
del protagonista, che tra la lettura di Macchiavelli l’autore preferito dal piccolo camorrista ‘’pkkè sap cummannà’’
, il covo e le prime esercitazioni con le armi Maraja e i suoi scugnizzi
corrono lungo il sentiero della malavita, esattamente come fanno quando sono sui motorini, travolgendo tutto quello che trovano.
Ed è proprio su quelle strade, in un modo del tutto
inaspettato che Nicolas segue il suo destino in un modo che solo la vita sa
fare, Tra forcella e i tribunali: ‘’all’improvviso cominciò a piovere a
piovere forte e senza tuoni .La strada si annerì di ombrelli aperti come se
tutta Forcella e i Tribunali avessero atteso quello scroscio come una
liberazione. Fra la marea di ombrelli il carro si aprì lo spazio con fatica.
Solo la paranza si prese l’acqua addosso.